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Motore trifase
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IL MOTORE TRIFASE

 Il motore trifase è una tipologia di motore elettrico il cui funzionamento è basato sull'applicazione del principio del campo magnetico rotante di Galileo Ferraris ad un insieme trifase di correnti in ingresso. Infatti per funzionare richiede l'utilizzo di sistema trifase di correnti, sfasate tra di loro nel tempo e nello spazio di 120° elettrici. Il neutro può essere o non essere accessibile a seconda dell'applicazione prevista                                                                                                                                          TIPOLOGIA  MOTORE  ANSINCRO

è il tipo di motore trifase più utilizzato, data la sua economicità, caratterizzato da una rotazione del rotore (chiamato anche indotto) non in sincronia col campo magnetico rotante generato dall'induttore (statore). Proprio l'asincronia tra campo magnetico rotante e indotto permettono la generazione delle correnti sul rotore e la generazione della coppia erogata dal motore

Motore trifase asincrono
                                                                                                                                      
COLLEGAMENTO  E VERSO DI ROTAZIONE



Questo motore viene collegato alla linea trifase, che può essere da 230 V o più comunemente da 400 V. Dato che gli avvolgimenti che compongono il motore devono essere alimentati a 230 V, questo collegamento può essere di due tipi:
  • Stella: questo collegamento permette di portare la tensione dai 400 V della linea ai 230 V sugli avvolgimenti. Nel caso di linea da 230 V, può essere utilizzato anche per ridurre ulteriormente la tensione d'esercizio e ridurre la potenza assorbita: in questo caso si ha una tensione ai capi degli avvolgimenti pari a 155 V.
  • Triangolo: questo collegamento conferisce agli avvolgimenti la stessa tensione della linea.
 
Collegamenti a triangolo di un motore trifase INDOTTO/ ROTORE

L'indotto in questo motore può essere di vario tipo:
  • Gabbia di scoiattolo, a seconda del tipo d'accorgimenti adoperati, questi possono essere
    • Singola gabbia di scoiattolo
      • A Coppa
    • Doppia gabbia di scoiattolo
    • A barre profonde
  • Rotore avvolto con collettore ad anelli coassiali
  • A espansioni polari, utilizzato per il motore sincrono

 
Collegamenti a stella di un motore trifase

Motori a campo magnetico rotante con alimentazione monofase

Il principio del campo magnetico rotante può essere applicato anche con alimentazione monofase, purché tramite apposito circuito si riesca a generare due correnti sfasate circa di 90° e applicate su avvolgimenti ortogonali tra di loro. Questo può essere facilmente ottenuto grazie all'utilizzo di un condensatore, la cui caratteristica di trasferimento tensione corrente produce proprio uno sfasamento che idealmente sarebbe di 90°.
{\displaystyle C=50\cdot P_{(CV)}\cdot ({\frac {230}{V}})^{2}\cdot {\frac {50}{f}}}
Legenda:
C = Capacità del condensatore in μF
P = Potenza meccanica del motore espressa in CV
V = Tensione di rete (monofase)
f = Frequenza di rete
Il motore a campo magnetico rotante monofase è comunissimo in molti piccoli elettrodomestici, come gli asciugacapelli (phon) e i ventilatori.


MOTORE MONOFASE


Il motore monofase è un tipo di motore elettrico che viene alimentato in corrente alternata monofase. Tali motori possono avere diverse forme costruttive e vengono usati per molte applicazioni diverse. Generalmente, data la caratteristica non autoavviante di questi motori, vengono utilizzati motori bifase, dove la seconda fase (o, meglio, "una seconda tensione, sfasata rispetto alla prima") viene ricavata tramite l'utilizzo di un condensatore.
  • Motore asincrono: è il tipo di motore monofase più utilizzato, data la sua economicità. È caratterizzato da un campo magnetico indotto che ruota in maniera non sincrona con il campo magnetico dello statore. Ruotano, quindi, a frequenze diverse.
  • Motore sincrono: meno utilizzato, date le poche applicazioni, è caratterizzato da un campo magnetico indotto che ruota in sincrono con il campo magnetico dello statore. Ruotano, quindi, alla stessa frequenza.






 
200–250 V 50/60 Hz Blu
380–480 V 50/60 Hz Rosso

TELERUTTORE


Secondo la norma CEI 17-3, un contattore o teleruttore è un dispositivo meccanico di manovra, generalmente previsto per un numero elevato di operazioni, è anche detto dispositivo di tipo monostabile poiché avente una sola posizione di riposo, ad azionamento non manuale, capace di stabilire, sopportare ed interrompere correnti in condizioni di sovraccarico.
Teleruttore con contatti ausiliari
Il teleruttore è caratterizzato dalla presenza di una bobina che, nel momento in cui viene attraversata da una corrente, attira a sé un dispositivo mobile interno all'apparecchio (stesso principio usato per gli strumenti di misura elettrica a "ferro mobile"), facendo sì che i contatti (principali o ausiliari), posti generalmente nella parte frontale del teleruttore, si aprano o si chiudano a seconda del tipo a cui appartengono.
I contatti solitamente sono:
  • NC (normally close, normalmente chiuso): si aprono quando la bobina si "eccita" (cioè viene attraversata da una corrente).
  • NO (normally open, normalmente aperto): si chiudono quando la bobina si "eccita" (cioè viene attraversata da una corrente).
 Il comando della corrente che attraversa la bobina può avvenire tramite un sistema meccanico, quali dei pulsanti (anch'essi normalmente chiusi o aperti a seconda della funzione: normalmente chiusi solitamente corrispondono ai tasti di alt, stop, emergenza; gli altri normalmente aperti sono di azionamento); oppure tramite un sistema elettronico quale il PLC.
La bobina che apre e chiude i contatti ha bisogno di una precisa alimentazione in corrente continua o alternata, specificata sui dati di targa del componente. Le versioni più recenti di contattore sono dotate di "bobina elettronica", ossia integrano un convertitore che consente di alimentare il dispositivo per ampi range di tensione sia alternata che continua.
BLOCCHI AUSILIARI
 

 
INTERBLOCCHI
L'Interlock (o interblocco) è un componente utilizzato in elettronica e in meccanica per prevenire la formazione di stati indesiderati nelle macchine a stati. Viene utilizzato in dispositivi elettrici, elettronici e in alcuni dispositivi meccanici con utilizzi simili.
Normalmente l'interlock viene utilizzato per bloccare la macchina prima che raggiunga degli stati che potrebbero danneggiarla.  Esempi simili si hanno in quasi tutte le macchine industriali che utilizzano sensori per impedire il ferimento di operatori umani nel caso di errori degli stessi. Gli interlock possono essere anche formati da interruttori esclusivamente meccanici, per cui la presenza di un interlock non implica necessariamente la presenza di dispositivi elettronici o elettrici.


INVERSIONE

Il circuito è adatto al comando di un cancello automatico. L’apertura avviene a comando, premendo un pulsante; la chiusura avviene automaticamente dopo un certo ritardo dall’avvenuta apertura.
La avvenuta chiusura o apertura sono rilevate da due finecorsa.
Durante la chiusura se si preme il pulsante di apertura il cancello continua la chiusura.
L’intervento del relè termico o del pulsante di emergenza provoca l’arresto immediato.